12 Aprile, l’Unesco celebra l’uomo nello spazio.

Ricorre quest’anno il 56° anniversario del primo volo orbitale dell’uomo intorno alla Terra. Yuri Gagarin, astronauta russo, completò un’orbita ellittica in meno di due ore. Per ricordare questo fondamentale evento, l’Unesco ha quindi istituito la “Giornata mondiale del volo dell’uomo nello spazio”.

Lo spazio ha sempre interessato ed ispirato l’uomo, fin dalle popolazioni antiche che, osservando le stelle, cercavano di interpretarle. Nel XVI secolo Copernico diede inizio ad una rivoluzione fondamentale nella storia con la sua visione eliocentrica del sistema solare. In età moderna, grazie alle innovazioni scientifiche, sono stati effettuati viaggi spaziali di lunga durata, esplorando zone prima sconosciute all’uomo.

GagarinYuri nasce durante la guerra fredda tra URSS e Stati Uniti, dalla quale si sviluppa una competizione alla conquista dello spazio. Questo fu un fatto molto proficuo dal punto di vista dei viaggi spaziali. Infatti, sette anni dopo, porterà alla grande risposta americana della Nasa che manderà Neil Armstrong sulla Luna. Armstrong stesso definirà la propria esperienza come di “magnifica desolazione”. Ed è su questa frase che si imprime il motivo di tale ricerca: il desiderio dell’uomo di raggiungere l’irraggiungibile, di ricercare l’immenso e l’incomprensibile.

Più recentemente le spedizioni spaziali sono state dedicate alla ricerca scientifica. Nel 1998 fu iniziato dalla NASA il grande progetto della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in collaborazione tra numerose nazioni. Il fine era di ospitare astronauti per condurre esperimenti di chimica, fisica, medicina, fisiologia e biologia insieme ad osservazioni meteorologiche ed astronomiche.

Inoltre, in seguito alle numerose esplorazioni senza equipaggio su Marte, la NASA aveva proposto di portarci anche l’uomo; il progetto era poi stato giudicato impraticabile anche a causa dell’elevato costo.  L’ESA prevede invece lo sbarco umano su Marte verso il 2030.

astronautaLa questione di Marte è stata anche sfruttata in ambito cinematografico per stimolare l’interesse della società. Ad esempio, nel film “The Martian” si vede molto vicina la possibilità di sopravvivenza umana sul pianeta marziano. In tale ambito si inserisce anche il film “Interstellar”, dove l’uomo va alla ricerca di pianeti ospitali lontano dalla Terra. Questa possibilità è resa ancor più interessante dalla recente scoperta della NASA di un sistema planetario con alta possibilità di vita a 40 anni luce da noi.

Analizzando le numerose spedizioni e i molteplici progetti spaziali dell’uomo nella storia passata, presente e futura, risulta lodevole l’iniziativa dell’UNESCO. Ci uniamo quindi nel ricordo, almeno per un giorno l’anno, di quell’emozione e di quel sentimento radicato nella natura dell’uomo. E’ un continuo tendere alla ricerca dell’incomprensibile e dell’inarrivabile, al confronto con l’immenso e al riconoscersene felicemente sconfitto, ma profondamente meravigliato.

 

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