La rivolta di Trieste: 3 novembre 1953 la nascita dell’Italia moderna

Dove doveva nascere lo Stato Libero Di Trieste

Ad oggi l’Italia conta 20 regioni, ma è sempre stato così fin dall’unità d’Italia con Garibaldi? 

No, certo che no! Dal 1861 molte vicende si sono verificate nel nostro paese, come ad esempio la prima e la seconda guerra mondiale.

La prima delle quali ha portato alla nascita del Friuli-Venezia Giulia, mentre la seconda alla divisione della stessa regione in più parti.

Dopo la seconda guerra mondiale l’attuale Friuli era in mano agli italiani, mentre la Venezia-Giulia che all’epoca comprendeva anche Pola e Fiume era stata divisa in due zone: A e B dove sarebbe dovuto nascere uno stato autonomo chiamato “Stato Libero di Trieste”.

La Zona A che arrivava fino a Trieste era in mano alle truppe Anglo-Americane chiamate anche “Amministrazione Militare Alleata dei Territori Occupati”, mentre la zona B, che ad oggi non fa parte del nostro stato, agli Jugoslavi stato Federale Comunista guidato dal maresciallo Tito.

Gli Angloamericani dopo diversi anni dalla fine della guerra decisero di distruggere l’amministrazione Militare Alleata, ma per fare ciò bisognava arrivare ad un accordo, e siccome non si riusciva a creare questo stato autonomo, nel 1953 con la nota Bipartita dell’otto ottobre gli Inglesi ed Americani comunicarono la loro intenzione di cedere la zona A all’Italia.

Mossa alquanto azzardata che non fece piacere agli Jugoslavi, i quali minacciarono un’ offensiva armata se le truppe italiane fossero entrate nella zona A.

Nel frattempo gli italiani mobilitarono diverse divisioni sul confine in difesa, mentre all’interno della zona, molti filoitaliani prendevano le armi pronti al combattimento nel caso gli Jugoslavi provassero un colpo di stato.

Con questa atmosfera pesante, il comandante dell’Amministrazione Militare Alleata vieta di calare la bandiera in modo preventivo, un gesto che non piacque al sindaco di allora che trasgredì le regole il tre novembre, il giorno di festa del santo patrono di Trieste.

Dopo la rimozione della bandiera, il giorno successivo si riprovò ad innalzarla, inutilmente, ma questa limitazione portò mal contento tra il popolo, soprattutto tra i ragazzi che la mattina del 5 Novembre saltano le lezioni in massa per protestare.

Davanti ed all’interno della Cattedrale di Sant’Antonio ci fu spargimento di sangue dalla squadra antisommossa e nel pomeriggio, decisa una messa per riconsacrare la chiesa profanata dalle forze civili, si crea di nuovo folla e le suddette forze civili reagiscono (ad una sassaiola) ferendo 13 persone ed uccidendone due, uno studente ed un passante.

Saputa la notizia dei due morti a Trieste la folla si innervosisce e nella giornata del sei novembre, emanato uno sciopero, la folla intraprende una vera e propria battaglia davanti alla prefettura, dove muoiono quattro uomini per mano delle forze civili, dopo che la folla ha assalito a più riprese l’edificio, anche con l’ausilio di bombe a mano.

Solo con l’arrivo delle truppe Anglo-americane e del Vescovo di Trieste la folla si calma, resa ragionevole dal fatto che la loro protesta non avrebbe modificato la sorte che si stava decidendo per la zona A.

Ad i funerali dei morti durante la rivolta parteciparono 150 mila persone, sia quelli che avevano protestato che molti altri, per commemorare quelle persone che erano morte per la patria.

Solo un anno dopo Trieste e tutta la zona A viene ceduta all’Italia, abbandonando al loro destino gli italiani della zona B, ormai Jugoslava.

Ad oggi ci sono due targhe commemorative dei morti di questa famosa rivolta che ha portato all’Italia come la conosciamo oggi.

Ma che cosa ha portato a questo grande odio tra Italiani e Jugoslavi?

La risposta va ricercata nella seconda guerra mondiale. Più precisamente in quella che viene chiamata invasione della Jugoslavia: un attacco sferrato dai due grandi promotori di quella guerra Hitler e Mussolini.

Questo attacco sferrato ad Aprile del 1941 ebbe un’importante ripercussione poco prima della fine della guerra, circa quattro anni dopo, quando infatti la Jugoslavia occupò l’attuale Venezia Giulia e massacrò molti Italiani nelle foibe, mentre altri furono deportati

In conclusione le conseguenze della seconda guerra mondiale non cessarono con la fine della stessa, ma sono state oggetto di scontro per anni.

 

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