Addio alla lira
Il 1° gennaio ricorre l’addio alla nostra amata Lira
L’Euro entrò per la prima volta nei portafogli di tutti gli italiani il 1° gennaio del 2002 e sostituì la Lira. Il 1° marzo del 2002 si dovette dire addio per sempre alla Lira, perché ormai era definitivamente entrato in vigore l’Euro.
La storia della lira
La lira entra per la prima volta a far parte della vita degli italiani il 17 luglio 1861.
Nel 1861 dopo l’unificazione dell’Italia la Lira piemontese divenne Lira Italiana e nell’anno seguente, il 24 agosto 1862, ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari.
In quei tempi le lire potevano ancora essere convertite in oro o argento secondo questi rapporti di cambio:
1 lira = grammi 0,29 d’oro fino oppure = grammi 4,495 d’argento fino.
Nel 1866 venne decretato il Corso Forzoso, cioè la non convertibilità tra Lira di carta e il metallo prezioso.
A causa dell’inflazione e dei continui rincari del prezzo dei metalli preziosi, la Lira continuò a perdere terreno nei confronti dell’oro.
Nel 1927 il governo dichiarò nuovamente la convertibilità della Lira, ma con questo nuovo rapporto:
1 lira = grammi 0,07919 di oro fino.
Nel 1936 una ulteriore svalutazione portò la valutazione a grammi 0,04677.
Le ultime Lire d’argento portano la data 1917: dopo la prima guerra mondiale abbiamo Lire coniate in nichelio e successivamente in acciaio.
Con l’avvento della Repubblica per la Lira si utilizzò una lega di alluminio: l’Italma.
La prima Lira repubblicana porta la data 1946, cambia disegno e modulo nel 1951 e viene coniata fino al 1959.
Dal 1968 la coniazione riprese non per la circolazione ma solo per essere inserita nelle Serie per Collezionisti della Zecca d’Italia.
La svolta dell’Euro
Nel 1992 le disposizioni del Trattato di Maastricht, relative alla creazione dell’Unione economica e monetaria, stabilirono il passaggio dalle monete locali all’euro. La nascita ufficiale della moneta unica europea avvenne il 1º gennaio 1999.
Il debutto dell’euro sui mercati finanziari risale al 1999, mentre la circolazione monetaria ebbe effettivamente inizio il 1º gennaio 2002 nei dodici Paesi dell’unione, tra cui l’Italia, che per primi hanno adottato la nuova valuta.
In fase di accettazione, vennero compresi anche gli stati membri i cui parametri avevano dimostrato la tendenza a poter rientrare all’interno dei criteri stabiliti dal trattato. In particolare, all’Italia e al Belgio fu permesso di adottare subito l’Euro anche in presenza di un rapporto debito/PIL largamente superiore al 60%. Fra i Paesi che avevano chiesto l’adesione alla moneta unica sin dal suo esordio, la Grecia era l’unica che non rispettava nessuno dei criteri stabiliti; fu comunque ammessa due anni dopo, il 1º gennaio 2001, e l’introduzione fisica della nuova valuta nel Paese ellenico avvenne contemporaneamente rispetto agli altri undici Paesi.
In Italia per la prima volta in Toscana i comuni di Fiesole e Pontassieve per sei mesi, a partire dal 1º ottobre 1999, sperimentarono la moneta.
Doppia circolazione monetaria lira euro
È stato il periodo, compreso tra il 1° gennaio ed il 28 febbraio 2002, durante il quale hanno circolato insieme banconote e monete sia in euro che in lire.
Durante questo periodo della doppia circolazione monetaria l’euro ha circolato insieme alla lira in modo tale da consentire di familiarizzare con la nuova moneta e dare alle autorità un sufficiente lasso di tempo per provvedere al ritiro di gran parte delle monete e delle banconote in lire al momento circolanti.
In quel periodo:
— la lira poteva essere utilizzata solo per pagamenti in contanti; tutte le altre operazioni dovevano essere regolate in euro;
— le banche e gli uffici postali dovevano convertire (gratuitamente) tutti i conti correnti dei loro clienti in euro, valuta che doveva essere erogata anche dai distributori automatici;
— le aziende dovevano tenere la contabilità in euro e predisporre tutta la documentazione nella moneta unica;
— gli esercizi commerciali dovevano accettare pagamenti in euro, anche se i clienti potevano utilizzare anche le lire;
— la pubblica amministrazione operava esclusivamente in euro.
Le lire non sarebbero più potute essere utilizzate dal 1° marzo 2002.
1936,27: il rapporto di cambio
Questo numero (1.937,26) divenne familiare perchè stabiliva il rapporto di cambio tra lire ed euro. Ci volevano infatti 1.936,27 lire per avere in cambio un euro. Ovviamente da quando i prezzi cominciarono ad essere indicati in euro era difficile per i clienti capire a quanto equivalessero i nuovi valori.
Pertanto ci si abituò a moltiplicare per 2.000 (effettuando ancor più semplicemente il raddoppio dell’importo e aggiungendo tre zeri delle migliaia) in modo da convertire in un modo più rozzo ma semplificato i prezzi in euro nel controvalore in lire.
Quali vantaggi abbiamo da una moneta unica?
Poter utilizzare un’unica moneta in quasi tutti gli stati europei senza dover cambiare valuta è certamente un vantaggio quando si viaggia in vacanza o anche negli scambi di lavoro. Pensare di dover portare con se del denaro, doversi recare presso una banca o un ufficio cambi per cambiare ogni volta le monete, dover fare attenzione ai prezzi espressi in valute diverse era un disagio prima degli anni 2000 che è difficile immaginare: possiamo però provarlo ancora oggi quando viaggiamo fuori dal nostro continente (o anche semplicemente in Inghilterra che ha mantenuto le sue sterline) e ci rendiamo conto che dobbiamo ogni volta far attenzione se paghiamo in contanti e ci troviamo in difficoltà per comprendere il vero costo dei nostri acquisti.
Molto interessante