Francesco e l’infinitamente piccolo, di Christian Bobin
“Non cerca la povertà. Cerca l’abbondanza che il denaro non può offrire” l’infinitamente piccolo si trova proprio lì, nei luoghi dove la vita manca inizia così la sua santità, intesa come gioia del poco.
“Solo l’infinitamente Piccolo che bisbiglia all’orecchio del dormiente, che gli parla come solo può parlare: infinitamente piano. Un brandello di sogno. Un pigolio di passo. E ciò basta perché Francesco rinunci alle sue conquiste e ritorni al paese. Qualche parola piena d’ombra può cambiare una vita”. E qui viene rimarcato come a Sa Francesco non interessi né la guerra né la vita piena di agi che tutti intravedevano per lui. Lavora come un manovale qualunque, vive tra i poveri e con i poveri sancendo una nuova regola di fratelli uniti nella povertà e di gioia del nulla.
Christian Bobin nasce nel 1951 a Creusot e muore il 24 novembre 2022. Ha studiato filosofia e la sua prima pubblicazione risale agli anni ‘70. È molto conosciuto in Francia non solo per la sua scrittura intensa. In molti sottolineano che quando scriveva un appunto lo faceva con una cura certosina tale da fare invidia ai migliori amanuensi.
Nelle sue opere esprimeva una passione di cantore per ogni minuto dell’esistenza. Una passione di cantore propria anche di quelle grandi anime come San Francesco d’Assisi che rappresenta l’esaltazione di ciò che è umile e piccolissimo.
Nelle opere di Bobin svolge un ruolo centrale il piccolo prodigio che è capace di rivelare la sacralità della vita. Bobin ci presenta Francesco come un fanciullo che cresce ma che rimane sempre bambino. Una sensibilità dagli accenti frascescani che Bobin aveva rivelato proprio raccontando il poverello di Assisi nella raccolta poetica Francesco e l’infinitamente piccolo.