Genitori con figli adolescenti e COVID-19: suggerimenti psico-educativi
Quanto detto nel precedente articolo rispetto agli adolescenti coinvolge inevitabilmente anche i genitori, che si trovano a prendersi cura del figlio in questa fase dello sviluppo così delicata e in questo periodo storico così complesso. I genitori sono chiamati, in prima persona, ad aiutare i figli ad attraversare l’attuale emergenza legata al COVID-19, tamponando gli effetti negativi che possono derivarne. Anche in questo caso, dunque, è importante che i genitori abbiano a cuore il proprio benessere, oltre a quello dei figli, e portino avanti anche il loro processo di crescita che, nella maggior parte dei casi, li vede impegnati a rispondere, oltre ai propri personali bisogni, alle richieste della generazione precedente e di quella seguente. Non a caso si sente parlare spesso di “generazione sandwich”, immagine che evoca il sovraccarico che spesso i genitori con figli adolescenti si trovano a dover fronteggiare.
Di seguito ci soffermeremo, soprattutto, sugli aspetti protettivi legati all’esercizio della genitorialità in questa fase evolutiva ed in questo periodo storico in cui, come si vedrà meglio, il ruolo della comunicazione diventa centrale per la comprensione della realtà interpersonale, per il processo di formazione dell’identità e per la capacità dell’adolescente di assumere un ruolo.
Nei confronti dei figli adolescenti, infatti, i genitori devono continuare ad esercitare una funzione di cura responsabile, ma sono anche chiamati ad adottare una modalità di protezione flessibile, ovvero una protezione che tenga conto del bisogno di cure da parte dei figli, che non sono ancora del tutto indipendenti e, nel contempo, anche del bisogno di questi ultimi di avere dei propri spazi dove sperimentarsi autonomi. Gli eventuali conflitti andrebbero letti come un’occasione per definire le posizioni di ognuno e rinegoziare la relazione, portandola ad uno stadio successivo.
Il superamento della fase adolescenziale non implica la rottura dei legami preesistenti, ma rende necessaria una trasformazione degli stessi: i genitori dovranno garantire ai figli una notevole libertà, affinché si possano creare ampi margini di negoziazione e sperimentare un clima supportivo. È necessaria la riorganizzazione dei modelli di regolazione delle distanze entro il sistema familiare e la chiara definizione dei confini tra il sottosistema parentale e quello dei figli. I membri familiari dovrebbero, idealmente, manifestare dei confini psicologici chiari e flessibili, interesse e responsabilità per quanto accade all’altro, nonché vicinanza, senza che tutto ciò possa confondersi con intromissione, fusione e disimpegno.
Un figlio adolescente si sente tanto più disponibile ad aprirsi col genitore e con le figure adulte, quanto più queste si mostrano competenti, e non acconsenzienti. Questo è anche un elemento che facilita l’affiliazione alla famiglia quale luogo di protezione e allo stesso tempo di “lancio”.
Separarsi dai figli con cui per tanto tempo c’è stato un legame molto stretto non è compito facile e, anche in un momento così delicato in cui un figlio può richiedere maggiori attenzioni, è bene che il genitore riservi uno spazio per sé e per i propri progetti di realizzazione personale.
L’aumentato investimento dell’adolescente sulle altre relazioni oltre a quella che ha con i genitori, potrebbe favorire questi ultimi ad investire maggiormente le energie “fuori casa”: che possa essere l’ambito lavorativo, sociale, volontaristico, qualsiasi settore in cui poter rinvestire sé stessi, oltre al ruolo di genitori che si è svolto per tanto tempo. Il bisogno di prendersi cura dell’altro può anche esprimersi al di fuori della relazione genitore-figlio, attraverso forme di insegnamento, mentoring, gestione esemplare della leadership e assunzione responsabile della cittadinanza attiva. Accettando la sfida di provare a prendersi cura delle generazioni più giovani, di potenziare le istituzioni sociali, di tener vive le tradizioni culturali e di promuovere il cambiamento sociale, un genitore può fare qualcosa di buono per gli altri e per il mondo che lo circonda, ma allo stesso tempo per sé stesso e per i propri figli.
Un altro aspetto importante dovrebbe riguardare la cura del proprio partner, reale o potenziale che sia: per un genitore è importante, infatti, che durante l’adolescenza del figlio possa ritrovare una dimensione di coppia che, per diverso tempo, aveva ceduto il posto all’accudimento dei figli. Al giorno d’oggi sulla coppia regna una precarietà incombente, che con fatica riesce a dare continuità al legame. L’attuale diminuzione dei matrimoni che si registra a livello demografico rende ragione di questa fragilità insita nella coppia, che ha delle ripercussioni sulla genitorialità, a maggior ragione per il fatto che adesso la procreazione è una scelta ed è sempre più controllata.
La debolezza del legame di coppia sembra essere rimpiazzata dalla continuità del legame con il figlio, il cui vincolo di filiazione lo rende l’unico su cui investire in modo certo e continuativo.
Spesso, inoltre, la nascita di un figlio precede la legalizzazione dell’unione, affidando proprio al figlio il compito di fondare la coppia piuttosto che esserne il suo prodotto. Curare lo spazio di coppia, rimetterla tra le proprie personali priorità, è un modo per
facilitare lo svincolo emotivo del proprio figlio e per ammortizzare la perdita: lasciare che i ragazzi diventino indipendenti corrisponde a separarsi da loro e da una condizione nota che era rassicurante, e questa separazione implica sicuramente una quota di dolore, che può essere compensata investendo nuovamente su altro.
Infine, così come era stato anticipato, è importante mantenere una comunicazione aperta con i figli, soprattutto in questo periodo. Da questo punto di vista i genitori dovrebbero promuovere il dialogo con i figli adolescenti, invitandoli a parlare dei fatti di attualità, ma soprattutto di come li percepiscono e di come li vivono emotivamente. Un dialogo, dunque, che non abbia necessariamente la pretesa di educare o correggere, quanto di ascoltare e mostrare vicinanza.
Il dialogo è l’aspetto su cui l’adolescente deve poter contare all’interno della propria famiglia, visto che è grazie all’incontro e al confronto con i propri genitori che egli acquisisce un’identità adulta. Oltre alla negoziazione tra diversi punti di vista è anche importante che la famiglia, attraverso una comunicazione aperta in cui si percepisca la possibilità di esprimersi liberamente e, quindi, di individuarsi con l’aiuto e il sostegno reciproco, sia un ambito di direzione della crescita, ovvero di spinta, controllo e orientamento alle scelte, individuando i criteri che possono aiutare l’adolescente a compierle e supportandolo nell’applicazione di queste scelte all’interno della propria situazione personale.