I videogiochi come nuovo metodo di apprendimento

Uno dei modi principali attraverso i quali i bambini e le bambine possono apprendere è il gioco. Il gioco è universale. Coinvolge volontariamente individui di qualsiasi età, provenienza e periodo storico a puro scopo ricreativo. Il gioco diverte, motiva ad agire, rischiare, stabilire e raggiungere obbiettivi sempre più stimolanti. Aspetti, questi, che hanno una funzione centrale nel processo di sviluppo di ogni individuo.

Ma davvero è possibile far interagire i videogame con i contenuti scolastici?

Assolutamente sì. In primo luogo, (anche se non solo, come vedremo), per quanto riguarda gli aspetti generali di metodo. I videogame aprono, infatti, a notevoli spazi di riflessione, approfondimento, collegamento: tutti elementi che si possono rivelare fruttuosi per lo studio. Prima di tutto, ed è questa la più importante acquisizione di metodo, viene messa in discussione l’idea che la linearità sia l’unica struttura logica da seguire per imparare qualcosa.

Difficilmente, infatti, si trovano sequenze che da un punto “A” portano ad un punto “B”.

In realtà, i videogame mettono a disposizione dei giocatori situazioni stratificate, sistemi intricati, personaggi da interpretare nelle loro incognite per ciò che viene via via conosciuto, vicende quanto mai complicate e complesse. In sostanza, il sapere in tale realtà è un qualcosa che si costruisce via facendo, è il risultato di un continuo lavoro di scoperta, ricerca, collegamento, tessitura, lavoro dentro il quale azione e riflessione vanno di pari passo (altrimenti il gioco finisce). Come ognuno può vedere, tutto ciò porta frutti importanti all’esperienza scolastica.

Proponiamo un esempio concreto come quello di Minecraft. Si tratta di un videogame popolarissimo tra bambini e preadolescenti. Il suo successo supera i cento milioni di utenti iscritti su tutte le piattaforme e dispositivi, su cui è possibile giocarci.

Di che cosa si tratta?

Il gioco è un cosiddetto sandbox: consiste nella costruzione libera di oggetti e ambienti attraverso l’assemblaggio di cubetti in un universo 3D. Cubetti che possono rappresentare differenti materiali, per raccogliere i quali c’è bisogno di esplorare l’universo a disposizione e scavare, ma soprattutto il gioco consente di poter esprimere liberamente creatività e ingegno perché con quei cubetti a disposizione si costruisce un vero e proprio mondo.

L’importanza di un gioco come questo?

Un facile esempio: un docente sta spiegando il funzionamento dei sistemi stellari e grazie alle opportunità offerte da Minecraft “può fare sì che gli studenti costruiscano i propri modelli ed escogitino teorie basate sulla comprensione del funzionamento dei sistemi stellari”. In questo modo, gli allievi avvieranno anche un confronto su quanto stanno facendo, arrivando a imparare gli uni dagli altri.

Ovviamente, questo è solo uno dei tanti giochi che possono aiutare o facilitare l’apprendimento ma se ne possono trovare davvero tantissimi in commercio. Bellissimo, ad esempio, è anche Rainbow Six Siège, un videogioco che insegna la collaborazione e il gioco di squadra.

In definitiva, quindi , mentre utilizzano tali videogiochi, i ragazzi non solo apprendono, ma, cercando di rappresentare il loro pensiero in uno spazio tridimensionale, sviluppano anche capacità di problem solving e di comunicazione.

 

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