Il bullismo

ragazzi-su-una-panchina_2159898Come sempre la sveglia iniziò a suonare fastidiosamente. Aspettai qualche minuto e suonò di nuovo, ma non mi alzai dal letto finchè mia mamma non venne a chiamarmi: <<Svegliati Tommaso! Sbrigati altrimenti arriverai in ritardo!>>. Mi dovetti alzare, controvoglia poichè non gli avevo confidato cosa succedeva realmente a scuola e dovevo lasciargli credere che era la tipica ansia da studente. Invece avevo studiato e non mi spaventava l’interrogazione di scienze, anzi avrei scommesso che avrei preso un altro otto; era la mia materia preferita e riuscivo ad andare sempre bene.

Non mi annoiava l’idea di seguire le lezioni  anzi, era la mia parte preferita, almeno Emanuele e Matteo non mi potevano dare fastidio. Di solito mangiavo per non dare preoccupazioni a mamma e presi il bus che mi portava davanti scuola. Dal finestrino già vidi Emanuele e Matteo, davanti all’ingresso  ad aspettare il mio arrivo. Vedendoli sembravano due tipi amichevoli, ed affettuosi, invece era tutto il contrario il loro piccolo sorriso era pieno di rabbia e sembrava proprio fosse per me.Tutte le mattine pensavano a un nuovo dispetto per me, un giorno mi prendono il cappello di lana preferito e insultavano me e il mio modo di indossarlo, un ‘altro giorno sono le scarpe, lo zaino. Tutto ciò che indossavo per venire è continuamente criticato dai loro occhi. Quella mattina mentre scendevo dal bus cercai di guardare in basso, ma i due avevano capito che li avevo già visti, mi iniziarono a chiamare ma io feci finta di non sentire, non risposi ma loro continuavano. La loro voce era diventata come un tarlo nella mia mante e io mio cuore era agitato, spaventato. Avevo il capo chinato in avanti, cercai di passargli vicino senza dare nell’occhio la mia paura, passai di lì perchè era l’unico modo per entrare. Credevo di averli superati, ma ad un tratto sentii un braccio che stringeva il mio e mi fermò. In quel momento capii che il mio piano non aveva funzionato. Ho avuto tanta paura quasi da farmela nei pantaloni, non potevo neanche immaginare quale punizione mi sarebbe toccata quel giorno. Matteo mi teneva il braccio con violenza, mentre Emanuele mi svuotava lo zaino per terra davanti a tutta la scuola. Non ce la facevo più, mi vergognavo e volevo scappare in quel momento, ma questo non avrebbe migliorato le cose……Se ne andarono e mi dissero di stare attento perchè a ricreazione sarebbero tornati. Finalmente andai a lezione e potevo stare tranquillo per qualche ora. Il solo pensiero di quei due bulli mi tormentava dalla mattina alla sera. Quando terminò la lezione andai verso la mensa. Non li vidi e quindi andai a prendere posto in un tavolo isolato da tutti gli altri. Mentre stavo mangiando la solita zuppa che servono a scuola qualcuno mi toccò la spalla io mi girai e vidi Matteo. Mi tirò un pugno così forte che quando mi risvegliai ero steso sul tavolo. Loro erano scappati non c’erano più. Avevo un occhio nero e un labbro spaccato. Che avrei detto a mia madre? Dovevo dirgli la verità? Quando tornai a casa ero spaventato all’idea che mia madre scoprisse tutto. Quando arrivai a casa mia madre mi chiese subito che cosa avevo fatto all’occhio e io gli dissi che giocavamo a baseball e che la palla mi aveva colpito dritto nell’ occhio. Lei mi disse:<<Tommaso ti conosco bene, dimmi cosa è successo realmente>. Allora le spiegai che subivo atti di bullismo da molto tempo. La mamma mi disse:<<Perchè non mi hai detto nulla?Io ti avrei potuto aiutare>>. Ma era davvero così semplice? Mi era bastato parlare con mia madre per trovare la soluzione a quel problema che giudicavo insormontabile. Il giorno dopo la mamma andò a parlare con il Preside che prese provvedimenti verso Matteo ed Emanuele. Il giorno dopo i miei compagni mi sostennero per aver reagito e biasimarono Matteo ed Emanuele… chi avrebbe potuto immaginarlo? I due con incertezza mi si avvicinarono: <<Tranquillo non ti faremo del male, ti prendevamo in giro perchè eravamo invidiosi: tu vai bene a scuola, hai una mamma che si prende cura di te, mentre noi …>>. Allora gli risposi:<Ragazzi perchè dobbiamo litigare  se invece possiamo essere amici?>>. Da quel momento iniziò un’altra storia, quella d’una grande amicizia tra Matteo,Emauele e Tommaso.

 

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Una risposta

  1. Jenna ha detto:

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