Il Natale dall’antica Roma ai nostri giorni
Siamo ormai consapevoli che il Natale si avvia sempre più a diventare quello che era nella notte dei tempi: una festa pagana con banchetti e bevute grandiose, con scambio di doni per ingraziarsi amici e nemici, per conquistare benevolenze terrene e ultraterrene. Eppure tra noi, nuovi pagani di oggi, resta quell’esigenza di qualcosa di sacro e perduto, quel bisogno di atmosfera intima e solenne al fine di recuperare l’antica luce del rito natalizio.
Tra le più antiche festività dell’antica Roma si collocano i Saturnali, che avevano inizio il 17 dicembre per protrarsi fino al 24 dello stesso mese al tempo dell’imperatore Domiziano.Si trattava di un culto religioso dedicato all’antico dio Saturno, re del Lazio prima della fondazione di Roma, durante il quale si ribaltavano tutti i ruoli sociali. Al Cronos greco si dedicavano sacrifici umani fino a quando Eracle convinse ad offrire statue di argilla e ceri accesi. Di qui iniziò l’usanza dello scambio di doni (candele, noci, datteri, miele).
Nell’età imperiale la festa aveva inizio con il rito del lettisternio: erano stese su letti statue divine, si offriva il cibo a Giove e a 12 creature soprannaturali e questo veniva consumato pubblicamente dai partecipanti. Il primo giorno si teneva la celebrazione religiosa con la processione fino al tempio posto ai piedi del Campidoglio e si compivano sacrifici sull’Ara. Infine si accendevano le candele e tutti prendevano parte ad un gran banchetto a spese dello stato. Vi era anche l’uso di giocare a tombola, considerato il gioco proprio del dio Saturno: esso era ricco di sacralità perchè occorreva per predire il futuro attraverso i numeri adempiendo a funzioni oracolari.
Quando a Roma giunse il culto di Dioniso, durante questa festività, si aggiunse la celebrazione della sua eterna giovinezza e si regalavano i suoi tre simboli: lauro, mirto, edera. Ai giorni nostri, ogni anno rinnoviamo il rito natalizio con ostinazione quasi commuovente sperando che la diligente ripetizione possa premiarci della smarrita, ma indimenticabile, suggestione di tale cerimonia.