La festa di Don Bosco e due episodi della vita del Santo
La festa del 2021
Nelle giornate del 28 e 29 gennaio, nell’Istituto Salesiano “Villa Sora” di Frascati, si è celebrata la commemorazione della morte di Don Bosco. Questo è un evento molto importante per gli istituti salesiani di tutto il mondo, in quanto Don Bosco è il creatore dell’ordine salesiano. Nonostante l’emergenza covid, la nostra scuola non ha rinunciato a far vivere in sicurezza questa bellissima giornata di divertimento ai suoi alunni; anzi è stata per loro un momento di sfogo in questo periodo difficile. Infatti, come ogni anno, anche nel 2021 i rappresentanti d’istituto, con l’aiuto dei professori, hanno organizzato diversi giochi in presenza durante l’orario scolastico; a seguire, nel pomeriggio, è stata celebrata la messa in onore del Santo e in prima serata non si è rinunciato al Talent show annuario e alla buona notte del direttore, trasmettendo il tutto in una diretta Youtube. (Se siete curiosi andate a vedere il video sulla pagina Youtube della nostra scuola!) https://youtu.be/1tw4_PjpURo
Ma chi è Giovanni Bosco?
Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 nella frazione collinare I Becchi di Castelnuovo d’Asti.
Quando Giovanni aveva soltanto due anni, il padre contrasse una grave polmonite che lo condusse alla morte l’11 maggio 1817, lasciando così la moglie Margherita vedova con tre figli da accudire.
A nove anni il piccolo Giovanni Bosco ebbe un sogno che egli stesso definì “profetico”.
In seguito a quel sogno, il giovane Bosco decise di seguire la strada del sacerdozio.
L’8 dicembre 1841 incontrò Bartolomeo Garelli. Fu il primo ragazzo che si unì al suo gruppo. Don Bosco aveva deciso di radunare intorno a sé tutti i ragazzi degradati della zona, dai piccoli spazzacamini agli ex detenuti. I fondamenti della sua futura attività erano tre: l’amicizia, l’istruzione e la preghiera. Questi sono ancora alla base di ogni scuola salesiana.
Nel 1854 don Bosco diede inizio alla Società salesiana e morì di bronchite a Torino all’alba del 31 gennaio 1888, all’età di 72 anni.
Il sogno
“A nove anni ho fatto un sogno. Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi. Al sentire le bestemmie mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando pugni e parole.
In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. La sua faccia era così luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse:
-Dovrai farteli amici non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità.
Io gli domandai:
-Chi siete voi, che mi comandate cose impossibili?
-Proprio perché queste cose ti sembrano impossibili dovrai renderle possibili con l’obbedienza e acquistando la scienza.
-Come potrò acquistare la scienza?
-Io ti darò la maestra. Sotto la sua guida si diventa sapienti, ma senza di lei anche chi è sapiente diventa un povero ignorante.
-Ma chi siete voi?
-Io sono il figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno
In quel momento ho visto vicino a lui una donna maestosa, vestita di un manto che risplendeva da tutte le parti, come se in ogni punto ci fosse una stella luminosissima. Vedendomi sempre più confuso, mi fece cenno di andarle vicino, mi prese con bontà per mano e mi disse:
-Guarda!
Guardai e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c’era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali. La donna maestosa mi disse: -Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e robusto e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli.
Guardai ancora ed ecco che al posto di animali feroci comparvero altrettanti agnelli mansueti che saltellavano, correvano, belavano, facevano festa attorno a quell’uomo e a quella signora. A quel punto nel sogno mi misi a piangere. Dissi a quella signora che non capivo tutte quelle cose. Allora mi pose una mano sul capo e mi disse:
-A suo tempo, tutto comprenderai.”
(Memorie, Don Bosco)
Don Bosco incontra Bartolomeo Garelli
“Nella festa dell’Immacolata Concezione di Maria (8 dicembre 1841), nell’ora che mi era stata fissata, stavo indossando i paramenti per celebrare la santa Messa. II sacrestano, vedendo un ragazzo in un angolo, lo invitò a servire la Messa.
– Non sono capace – rispose tutto mortificato.
– Allora sei un bestione! Se non sai servire Messa, perché vieni in sacrestia? –
Sempre in furia, afferrò la canna che gli serviva per accendere le candele e la menò sulle spalle e sulla testa del povero ragazzo, che scappò a gambe levate. Allora gridai al sacrestano:
– Ma cosa fa? Perché picchia quel ragazzo?
– Viene in sacrestia e non sa nemmeno servir Messa! A lei cosa importa?
– Importa molto, perché è un mio amico. Lo chiami subito.
Il sacrestano lo riportò da me. Gli domandai con amorevolezza:
– Hai già ascoltato la Messa?
– No.
– Vieni ad ascoltarla. Dopo ho da parlarti di un affare che ti farà piacere.
Me lo promise. Celebrai la santa Messa e poi lo condussi in una cappellina.
– Mio caro amico, come ti chiami?
– Bartolomeo Garelli.
– Di che paese sei?
– Di Asti.
– È vivo tuo papà?
– No, è morto.
– E tua mamma?
– Anche lei è morta.
– Quanti anni hai?
– Sedici.
– Sai leggere e scrivere?
– No.
-Sai leggere e scrivere?
-No.
-Sai cantare?
-No.
-Sai fischiare?
Bartolomeo si mise a ridere. Era ciò che volevo.Cominciavamo ad essere amici.
– Hai fatto la prima Comunione?
– Non ancora.
– E ti sei già confessato?
– Sì, ma quando ero piccolo.
– E vai al catechismo?
– Non oso.
– Perché?
– Perché i ragazzi più piccoli sanno rispondere alle domande, e io che sono tanto grande non so niente. Mi vergogno.
– Se ti facessi un catechismo a parte, verresti ad ascoltarlo?
– Molto volentieri.
– Anche in questo posto?
– Purché non mi prendano a bastonate.
– Stai tranquillo, nessuno ti maltratterà. Anzi, ora sei mio amico, e ti rispetteranno. Quando vuoi che cominciamo il nostro catechismo?
– Quando lei vuole.
– Stasera?
– Va bene.
– Anche subito?
– Con piacere.
Mi alzai e feci il segno della santa Croce per cominciare. Mi accorsi però che Bartolomeo non lo faceva, non ricordava come doveva farlo. Quella Fu la prima lezione e in poche lezioni riuscì a imparare le cose necessarie per fare una buona confessione e la sua santa Comunione. A Bartolomeo si aggiunsero altri giovani.”
(Memorie, Don Bosco)