La storia di Dj Fabo e la discussione sull’eutanasia

Dj Fabo, il giovane di 40 anni, morto il 27 febbraio 2017 per eutanasia in Svizzera, è diventato un simbolo per chi sostiene la legalizzazione dell’eutanasia. Il giovane, diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente d’auto, inizialmente non aveva perso la speranza per i problemi avuti, e aveva provato delle terapie, che però non hanno avuto alcun effetto. Quindi ha scelto l’eutanasia. In Italia, però, l’eutanasia è considerata reato, sebbene il tema è stato ed è più volte oggetto di discussione pubblica e in Parlamento si è discusso e si discute su un disegno di legge sul testamento biologico.

Il giovane ha mandato un video appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per raccontargli la sua esperienza. Le sue parole nel video messaggio, lette dalla sua compagna, sono le seguenti: “Signor presidente della Repubblica, sono sempre stato un ragazzo molto vivace. Un po’ ribelle nella vita, ho fatto di tutto: l’assicuratore, il geometra, il broker… Ho lavorato per un team di Motard. Correvo anche in motocross. Ma la mia passione più grande è sempre stata la musica. Così divento Dj Fabo. Suonare per gli altri mi faceva felice. Mi permetteva di sognare e dare un tocco magico alla mia vita. Mi trasferisco in India, dove in poco tempo iniziano a chiamarmi ovunque. Lì, ho incontrato persone fantastiche e vissuto momenti indimenticabili. Tutto questo con una persona speciale, Valeria, la mia ragazza. Che ora mi presta la sua voce per rivolgermi a lei, Signor presidente, perchè io faccio molta fatica a parlare. Il 13 giugno 2014 sono diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente in macchina. Non ho perso subito la speranza però. In questi anni ho provato a curarmi, anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora mi sento in gabbia. Non sono depresso. Ma non vedo più, e non mi muovo più. Da più di 2 anni sono bloccato a letto immerso in una notte senza fine. Vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire. Ma ho scoperto che ho bisogno di aiuto. L’associazione Luca Coscioni ha depositato in parlamento una proposta di legge per legalizzare l’eutanasia. Ma sono passati più di 3 anni, e non è stato deciso ancora niente. Signor presidente, sappiamo che non spetta a lei approvare le leggi. Le chiediamo però di intervenire affinché una decisione sia presa. Per lasciare ciascuno libero di scegliere fino alla fine. Grazie Sergio.”

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Non avendo ricevuto dalle istituzioni una risposta da lui considerata adeguata, dj Fabo ha inviato ad una clinica svizzera il suo testamento biologico: in Svizzera infatti l’eutanasia è legale. Dopo un esame accurato del caso, la clinica ha dato il suo assenso all’eutanasia di dj Fabo, il quale è stato accompagnato da Marco Cappato, esponente dell’Associazione “Luca Coscioni”, che ora dovrà rispondere in Italia delle sue responsabilità penali. Arrivato in Svizzera, dopo diversi giorni di visita da parte del personale della clinica, molto scrupoloso, il giovane ha confermato nuovamente la sua volontà. Dopo questi giorni di visita, è stato predisposto il macchinario adibito all’eutanasia: esso funziona rilasciando dei liquidi mortali nel corpo e deve essere attivato dal soggetto stesso che richiede l’eutanasia. Dal momento che nel caso di dj Fabo l’unica parte del corpo che poteva utilizzare era la bocca, il macchinario è stato attivato questa volta con un pulsante da premere con la bocca. Prima di premerlo e morire, Fabiano Antoniano, in arte dj Fabo, ha salutato e ringraziato i suoi cari e Marco Cappato, per averlo accompagnato.

Questo fatto di cronaca ha riaperto la discussione sull’eutanasia nel nostro Paese. Al di delle facili prese di posizione, che spesso sfociano nella superficialità, è necessario che ogni cittadino si informi a dovere su uno dei temi di bioetica più delicati, oscuri, tragici del nostro tempo.

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