L’Enea ci avvicina all’arte con la tecnologia
Venerdì 6 Aprile 2017, parallelamente alla visita e al discorso del ministro della cultura Franceschini, si è tenuta presso il teatro di Villa Sora la presentazione del progetto dell’Enea. Esso prevede l’utilizzo della tecnologia laser per la riproduzione di opere artistiche in 3D.
L’intervista ed il discorso di Franceschini sono stati intervallati da l’esposizione e dalla dimostrazione del progetto. Dopo una breve presentazione da parte della capo divisione Roberta Fantoni, il copro e il funzionamento del progetto sono stati spiegati dal Dr. Giorgio Fonetti. Quest’ultimo aveva avviato il progetto da circa 10 anni insieme ad un gruppo ristretto di persone. Il progetto è poi evoluto e ha acquistato col tempo maggiore notorietà. E’ inoltre difficile non immaginare l’utilizzo di tale tecnologia nel futuro.
Il Dr. Fonetti ha poi descritto il linee generali il funzionamento dei loro strumenti. Ciò che permette di ottenere dei dati sullo spazio tridimensionale e sui colori, è l’impiego dei laser e della fotogrammetria. Il laser parte da un emettitore con onde aventi precise frequenze corrispondenti ai colori primari. Le onde rimbalzando sulle superfici dell’opera, tornando poi ad un ricevitore. Quest’ultimo ha infine il compito di ricostruire dai dati la distanza (a seconda del tempo di ritorno le segnale) ed il colore (a partire dalla variazione di frequenza delle onde). Una volta ottenuti questi dati si può, attraverso un programma di computer, ricostruire l’opera in uno spazio tridimensionale.
La presentazione si è conclusa con la distribuzione di occhiali per la visione 3D di alcune opere già ricostruite dal progetto dell’Enea: la Cappella Sistina ed il giovane bronzo di Riace.
Conclusa la presentazione e ripresa l’intervista, il ministro ha dato la sua opinione riguardo tale iniziativa. Ha dimostrato grande approvazione, affermando che, soprattutto in periodi recenti, la tecnologia aiuta ad avvicinarci all’arte.
Parlando successivamente con il Dr. Fonetti risulta evidente la sua passione e dedizione per la materia, ma anche per gli obbiettivi che tale progetto vuole raggiungere. Tutto era cominciato vari anni prima attraverso i “call for ideas”, progetti che prevedevano di sfruttare le tecnologie per i beni culturali. L’Enea aveva quindi iniziato a costruire vari prototipi per l’occasione. Il successo di tali progetti ha fatto si che partecipassero a varie importanti mostre a Roma.
Ma cosa ci da in più questa tecnologia, rispetto ad una classica visita turistica? Dalla prima possiamo trarre molti vantaggi: il primo è la possibilità di osservare l’opera liberamente, indisturbati da altri turisti. Un altro vantaggio riguarda l’accessibilità: questa tecnologia ci permette di osservare opere che potrebbero essere difficilmente raggiungibili. In particolare il Dr. Fonetti riporta l’esempio di Stendhal, il quale affermava che era impossibile per l’occhio umano cogliere la bellezza globale ed allo stesso tempo la bellezza dei particolari dell’intera Cappella Sistina. Diceva che forse un giorno un grande sovrano si sarebbe potuto permettere una macchina che consentisse di coglierla a pieno. Da questo punto di vista l’Enea ci ha avvicinato molto se non del tutto.
Questa tecnologia, oltre ai vantaggi fruitivi dell’opera, ci consente di controllarne e migliorarne i metodi di conservazione. Se infatti si inviano delle onde fluorescenti o ultraviolette, possiamo anche dedurre le possibili infiltrazioni di funghi o di inquinanti. Questo consente di monitorare continuamente e completamente una qualsiasi opera in modo da poter intervenire per tempo. O addirittura, grazie ad una analisi, risalire alla costituzione atomica di un pigmento per poterlo poi riprodurre in modo fedele.
Questo tipo di diagnosi può essere applicato, oltre che alle opere d’arte, in ambiti di sicurezza, per la stabilità delle costruzioni, nella robotica; le possibilità sono innumerevoli.
Ritornando all’arte ed in particolare alla sua integrazione con la tecnologia, ci deve essere un rapporto di valorizzazione. Quest’ultima non deve infatti offuscare le ragioni e i valori dell’arte, ma deve il più possibile avvicinarci ad essa, fornendo strumenti di fruizione che ci consentano di apprezzare completamente l’opera, in tutti i suoi aspetti.