Il Barone rampante di Italo Calvino
“Il Barone rampante” è un libro scritto dal celebre autore Italo Calvino nel 1957. È il secondo capitolo della Trilogia degli antenati, che comprende anche “Il cavaliere inesistente” e “Il visconte dimezzato”.
Il protagonista
Il protagonista dell’opera è un ragazzo vissuto durante il XVIII secolo, poco tempo prima della Rivoluzione francese. Il suo nome è Cosimo Piovasco di Rondò, figlio primogenito del barone Arminio.
Dopo aver avuto un grande litigio con il padre, Cosimo si rifugia su un albero di leccio, rifiutandosi categoricamente di scendere. Il libro ripercorre le vicende della sua vita, trascorsa sull’albero: da questa posizione insolita, Cosimo osserva il mondo con il suo sguardo creativo e ribelle.
Gli eventi
Molto spazio nel romanzo hanno gli incontri di Cosimo con vari personaggi storici, come Diderot, Voltaire e Napoleone. Da questi incontri trae riflessioni importanti, che lo guideranno nelle difficili decisioni che dovrà compiere nel corso della sua esistenza. Fondamentale è anche la vicenda del suo primo, grande amore, che lo costringerà a mettere in dubbio le sue scelte di vita.
Data la centralità che nel libro assume la crescita psicologica del ragazzo, lo si può definire un vero e proprio romanzo di formazione: nella prima parte della sua vita, Cosimo compie scelte impulsive, irrazionali e ribelli, senza pensare alle conseguenze. Con il trascorrere degli anni – e delle pagine – le scelte di Cosimo si faranno sempre più costruite e razionali, tipiche di un adulto, fino all’ultima decisione presa da Cosimo, oramai vecchio, che segna la chiusura del libro.
Punti di forza e punti deboli
I punti di forza di questo libro, secondo me, sono le avventure che vive il ragazzo, che suscitano attenzione e curiosità nel lettore. Il suo unico punto debole è, invece, il fatto che a volte la narrazione è troppo lenta: ciò rende leggermente noiose alcune parti del libro.
Consiglio il libro ad adulti e ragazzi, perché è un romanzo di formazione che può essere letto sia dal punto di vista di un adulto (anche di un genitore) che dal punto di vista di un ragazzo, dal momento che può mostrare ad entrambi come negli anni le idee e le azioni di un ragazzo possano cambiare in base alla sua età e alla sua maturità.