Spettacolo e convegno a Villa Sora: «Così parlò Monna Lisa»
Introduzione alla mattinata
Il giorno 29 novembre del 2019 nella Sala delle Muse dell’istituto salesiano Villa Sora si è tenuto il convegno su Leonardo Da Vinci. A presentare la giornata è stato il Direttore Don Marco Aspettati, che, dopo un elegante parallelo tra l’arte che ha caratterizzato la vita di Leonardo e quella della Sala in cui stava parlando, ha delineato il personaggio del genio fiorentino, descrivendolo come una persona animata dalla sete di conoscenza. Questa voglia di conoscere è purtroppo andata ad affinarsi col passare degli anni, tanto che il direttore ha sottolineato come noi, a differenza di Leonardo, siamo nati con le risposte alle nostre domande “a portata di un click”. È poi intervenuto il sindaco di Frascati, Roberto Mastrosanti, che dopo aver ribadito l’importanza dell’attività di Leonardo e aver messo in rilievo che sia una figura da prendere come esempio, ha dato inizio al convegno.
La figura di Leonardo da Vinci
Ad iniziare ad introdurre approfonditamente il genio di Leonardo è stato il docente universitario di Tor Vergata, Carmelo Occhipinti, il quale, dopo una breve presentazione del libro scritto in collaborazione con gli studenti di Villa Sora che hanno partecipato all’ alternanza scuola lavoro all’università, ha parlato delle innovazioni tecniche di Leonardo e del suo geniale intuito e come lo hanno reso la figura illustre che ricordiamo oggi. Di fatto, l’inventore fiorentino si è cimentato con grande successo nel campo della scienza, dell’ingegneria, dell’architettura ma anche in quello della pittura, attraverso la tecnica delle “ombre chiare”, che secondo il professore hanno caratterizzato la fortuna di Leonardo alla corte di Francia di Francesco I. L’insegnante si è poi focalizzato sul più famoso dipinto di Da Vinci: La Monna Lisa. Perché la Gioconda sorride? Sinceramente non mi ero mai posta questa domanda. Perché la Monna Lisa non dovrebbe sorridere? Ovviamente il professor Occhipinti ha risposto alla prima domanda ampiamente, dicendo che nella metà del 1500 il Vasari ha ritenuto che la Monna Lisa stesse ridendo per i buffoni che facevano compagnia a Leonardo mentre dipingeva. Questo commento creò un certo scandalo all’epoca. Ciò che in realtà il Vasari voleva sottolineare era la differenza tra pittore e sculture; infatti il primo, a differenza del secondo, ha bisogno di qualcuno che allieti il lungo lavoro di pittura e gli narri delle poesie da cui trarre ispirazione. Questi personaggi sono appunto i buffoni. Successivamente il professore ha presentato un’altra opera pittorica di Leonardo: La Belle Ferronniere. Questo dipinto è particolare perché la bella Lucrezia Grivelli, amante del duca di Milano, sembra aver gli occhi rivolti verso qualcuno dietro di lei. Ha uno sguardo impossibile da cogliere e questo perché ella è intenta a guardare il suo amato duca. Leonardo nella realizzazione del quadro ha preso alla lettera la frase “gli occhi sono lo specchio dell’anima”: Lucrezia non può che rivolgere i suoi occhi pieni d’amore verso colui per cui prova questo forte sentimento.
Il progetto degli studenti
In seguito al docente Occhipinti è intervenuta la preside Laura Ferrante che ha introdotto il lavoro di traduzione che gli studenti hanno compiuto durante l’alternanza a Tor Vergata del 2017 e che poi ha contribuito alla realizzazione del libro “Trattato di pittura di Leonardo Da Vinci”. La professoressa Ferrante ha poi invitato la studentessa Maddalena Savastano, che ha partecipato al progetto, a presentare le attività svolte durante l’alternanza scuola-lavoro. La studentessa ha illustrato largamente i compiti che avevano i ragazzi all’università, cioè quello di studiare il lavoro della trascrizione per poi svolgerlo loro attraverso alcuni strumenti digitali forniti dai docenti. Maddalena ha inoltre esposto la sua visione come studente liceale in un ambiente universitario; ha infatti sottolineato come quest’ultimo sia stato un fattore importate e come la competenza dei docenti abbia permesso agli studenti di acquisire alcune competenze base della filologia moderna,con particolare riferimento alla critica e alla traduzione. Durante l’alternanza, gli studenti sono riusciti ad unire la cultura scientifica e quella classica, attraverso la trascrizione manuale delle opere, minuziosamente descritta da Monia Carnevale, che ha supervisionato e seguìto il lavoro degli studenti durante il percorso di formazione e di attività pratica.
L’esperimento con la Monna Lisa
Come ultima parte della presentazione su Leonardo Da Vinci, Federica Bertini e una sua collega hanno riportato un esperimento che serviva a far capire agli studenti come percepiscono le opere i non vedenti. Sottolineando l’ovvio, possiamo dire che il senso della vista è di fatto fondamentale per interpretare un’opera d’arte, la sua prospettiva e i colori, ma i non vedenti come fanno effettivamente a cogliere l’essenza di un dipinto? Le due insegnanti hanno chiesto a uno studente di prendere parte all’esperimento organizzato, mettersi una mascherina e provare ad analizzare la Monna Lisa, appositamente creata in rilievo, proprio per le persone non vedenti, per poterla apprezzare senza la necessità di guardare. Attraverso il senso del tatto, lo studente, sotto la guida delle professoresse ha potuto percepire i confini della figura e i piani prospettici del disegno. I ragazzi, attraverso questa sperimentazione, hanno potuto concepire come per comprendere un’opera d’arte anche il tatto sia una componente importante , diventando così anche un modo per sviscerare aspetti innovativi , che hanno permesso di rappresentare l’ opera in una modalità più coinvolgente ai nostri occhi.
Così parlò la Monna Lisa
La mattinata si è conclusa con uno spettacolo intitolato “Così parlò Monna Lisa”, dove è stato rappresentato in chiave bizzarra e animata un momento di grande tensione vissuto realmente in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale: si racconta che quando i nazisti presero Parigi, Jacques Jaujard, responsabile dei musei Nazionali di Francia, con l’aiuto di facchini, volontari e studenti, cercò di salvare le più preziose opere d’arte del Louvre, tra cui la Gioconda, dal bombardamento tedesco. La rappresentazione era però caratterizzata da due personaggi principali, cioè Monna Lisa, che prendeva vita e parlava, e Celestina Peruggia, figlia di Vincenzo Peruggia, il ladro della Gioconda. Tra le due nasce un dialogo surreale in cui si affrontano molti temi leonardeschi, tra cui i misteri che avvolgono la figura della Gioconda e i progetti in sospeso e mai realizzati di Leonardo . Un pretesto per conoscere l’apice e il fondo dell’essere umano, attraverso Leonardo : il genio e lo spirito del Rinascimento come vetta di conquista dell’uomo, che si contrappone al livello di bestialità che l’uomo può raggiungere quando preferisce la guerra alla cultura.
di Chiara Ciferri