Viaggiare che passione!
Tutti noi sogniamo nella vita di visitare un posto speciale, un posto che per noi ha qualcosa di magico e, inevitabilmente, nella maggior parte dei casi, per raggiungerlo dobbiamo ricorrere a mezzi di trasporto veloci ed efficienti come gli aeroplani, che negli ultimi anni hanno avuto un grandissimo sviluppo, divenendo i più utilizzati e sicuri. Tuttavia la scorsa sera, quando per caso mi sono imbattuto nella visione di un documentario su Netflix, la mia prospettiva rispetto alla sicurezza degli aerei é cambiata completamente, e la voglia di volare è venuta meno…
Questo articolo si propone dunque non solo di recensire il bellissimo documentario della Netflix, dove si analizzano le cause di due incidenti aerei significativi, ma di porre l’accento su come le decisioni aziendali e le politiche economiche delle grandi compagnie aeree influiscono sulla sicurezza, e su come lo studio dei fattori umani possa contribuire a ridurre i rischi.
Boeing Vs Airbus
Negli ultimi decenni, la società americana Boeing ha dovuto affrontare una crescente competizione con l’europea Airbus, in particolare con il modello A320, noto per la sua efficienza e innovazione. Per rispondere a questa sfida, la Boeing ha adottato politiche economiche aggressive, puntando sull’innovazione tecnologica e sull’efficienza produttiva. Tuttavia, la competizione non si è limitata solo a fattori economici e tecnici: la gestione del rischio e la sicurezza dei velivoli sono diventati temi secondari, causando due incidenti che hanno coinvolto il Boeing 737 Max. Questi eventi tragici hanno messo in evidenza quanto sia cruciale una stretta collaborazione tra ingegneria e psicologia, per prevenire errori umani e garantire la sicurezza del volo.

Downfall: il caso Boeing 737-800 MAX
Il nuovo documentario della Netflix diretto da Rory Kennedy si pone come obiettivo l’analisi di due tragici incidenti aerei, che hanno portato alla morte di centinaia di persone: quello che ha visto schiantarsi un aereo della Lion Air, il 29 ottobre 2018, e pochi mesi dopo, il 10 marzo 2019, un velivolo della Ethiopian Air, avvenuto in circostanze molti simili.
Con grande sorpresa, durante la visione si scopre che entrambi i disastri, per la prima volta nella storia dell’aviazione civile, non sono dovuti né al Fattore Umano dei piloti, né a imprevedibili fattori esterni climatici o ambientali. Il documentario ci guida infatti in un’indagine estremamente approfondita e dettagliata, che ci porta a puntare il dito contro il colosso dell’aeronautica statunitense, la Boeing. Grazie alle numerosissime testimonianze di ingegneri, ex-dipendenti e famigliari delle persone scomparse negli incidenti aerei, il documentario si arricchisce di particolari inquietanti, rendendolo estremamente coinvolgente e apprezzabile anche da un pubblico che solitamente non si approccia a filmati di questo genere.
Lion Air: un aereo Boeing nuovo di zecca!
Il primo incidente evidenziato nel documentario in onda su Netflix è quello avvenuto il 29 ottobre 2018, quando un aereo di linea della Lion Air – un modello 737 Max, nuovo di zecca – si schianta in mare aperto pochi minuti dopo il decollo. Nei primi giorni le supposizioni sono tante, ma sempre più spesso si parla dell’incompetenza dei piloti, un cui errore potrebbe aver causato il disastro. Il ritrovamento della scatola nera del velivolo, però, cambia completamente le carte in tavola: sembra infatti che il malfunzionamento di un software installato su questi nuovi modelli, di cui il personale di bordo non era stato messo al corrente, abbia portato all’inevitabile schianto.
Ma perché nessuno sapeva di questo nuovo sistema, l’MCAS (Maneuvering Characterics Augmentation System), recentemente installato sui nuovi modelli di 737 Max?
La risposta che si evidenzia nel documentario è che l’installazione è avvenuta solo per soddisfare i requisiti di certificazione dell’aereo da parte dell’autorità aeronautica. Il comportamento indotto dal MCAS sull’assetto di volo del 737 Max somiglia molto a una manovra automatica “anti-stallo”, che normalmente eseguono manualmente i piloti, e lo scopo di questa funzionalità era quella di minimizzare le differenze del nuovo aereo con i precedenti modelli della stessa famiglia 737. Questo avrebbe reso possibile pilotare il nuovo aereo senza la necessità di un nuovo addestramento dei piloti, estremamente onerosa per la Boeing.
Il secondo incidente della Boeing
A fronte dell’incidente della Lion Air, la grande azienda statunitense temporeggia, promettendo di approfondire e risolvere il problema. Peccato che il 10 marzo 2019, a pochi mesi di distanza dal primo incidente, un altro aereo 737 Max, questa volta della Ethiopian Air, precipita ancora una volta poco dopo il decollo.
Nuovamente la Boeing cerca di prendere tempo, di scrollarsi di dosso ogni responsabilità e di attribuire quanto accaduto alla poca esperienza dei piloti. Quando, però, viene ancora una volta recuperata la scatola nera, si scopre che a far precipitare il velivolo Ethiopian Air è stato il medesimo malfunzionamento del disastro precedente… e a questo punto i riflettori sono interamente puntati su Boeing!
Com’è possibile che un’azienda che si fregiava della propria attenzione ed impegno per la sicurezza abbia fatto errori così grossolani? Che addirittura non abbia istruito i piloti su come utilizzare un nuovo sistema – potenzialmente così pericoloso – installato sui loro aerei?
Inizia cosi ad aprirsi un enorme vaso di Pandora, che mette in luce come l’interesse per il guadagno facile, l’avidità di un manipolo di persone, il fallimento della tecnologia legata all’Intelligenza Artificiale, e la paura di farsi superare dal competitor europeo Airbus, abbia portato la Boeing a mettere in secondo piano la sicurezza dei passeggeri che a migliaia ogni giorno volano sui loro aeroplani.
Invito dunque tutti voi a vedere queste interessante documentario, curato nei particolari, e a pensare bene prima di acquistare un qualunque biglietto per la destinazione dei vostri sogni!
